Ho da poco seguito il corso di
tiro con l’arco presso la società “Arcieri Minerva”. Gli istruttori ci hanno insegnato a
distinguere le impugnature degli archi ricurvi sostanzialmente in tre tipi
diversi: bassa, media, alta. Molti arcieri personalizzano l’impugnatura con dei nastri adesivi come quelli che avvolgono le
mazze da baseball o le racchette. Altri usano resine varie. Anche
io ho sentito l’esigenza di modificare la grip che è montata sul mio arco e di
seguito vi spiego prima il motivo per il quale questa modifica si è resa
necessaria e poi come ho realizzato la nuova grip utilizzando un palloncino e
della farina (Sì, avete capito bene!).
L’impugnatura qui in basso è
quella montata di default sul mio riser, un Win & Win Pro Accent Carbon.
Non si addice affatto al mio stile perché troppo bassa e stretta. Cosa più
importante è che le parti arrotondate non mi consentono di impugnare l’arco
sempre allo stesso modo: non ho nessun punto di riferimento all’interno del
palmo della mano.
Per intenderci avrei preferito una
impugnatura più spessa e alta, senza curvatura nella parte alta.
Come si può vedere dalle foto
sopra, pur avendo inserito lo spessore azzurro tra la grip originale e il palmo
della mano, la posizione della mano è comunque corretta: è inclinata di circa 45°
rispetto ad un ipotetico piano verticale e il centro della “V” che si forma tra
indice e pollice è posizionato sul centro della grip (corrispondente
pressappoco al centro dell’arco) e la pressione è esercitata sul muscolo che
dalla base del pollice si estende verso il polso. Lo spessore azzurro,
adattabile perché realizzato con un palloncino riempito con della farina
(alternativamente potete usare della plastilina) mi consente di avere una
posizione per me più naturale con ulteriori punti di riferimento sulla parte
restante del palmo che non è direttamente coinvolta nella fase di tiro e non
risente della pressione esercitata ma contribuisce ad impugnare l’arco sempre
allo stesso modo, senza giochi.
Di seguito vi spiego come è possibile realizzare la vostra
grip personale usando della farina, un palloncino e tecniche di AM e scansione
3D. Tramite questo metodo sarà possibile realizzare una grip customizzata che è
in grado di “riempire” perfettamente il palmo della mano: potrete prendere
spunto dalle indicazioni riportate purché citiate la fonte. Come avrete già
visto, in tutte le foto è riportato il mio account twitter: @frank984. Potete
usarlo per contattarmi per eventuali ulteriori info e chiarimenti.
Prima di procedere, è bene precisare il materiale di cui è necessario
disporre:
- una macchina fotografica (può andare bene anche il cellulare);
- un palloncino e della farina (in alternativa la plastilina);
- una stampante 3D (Non è strettamente necessario).
I software che è necessario installare sul pc sono i
seguenti:
- 3D meshes generator ( per esempio ReMake);
- 3D CAD software ( per esempio Rhino);
- G-code generator for 3D printers software (per esempio slic3r).
Il procedimento che porta alla creazione della grip
personalizzata consta dei seguenti passi:
- realizzazione del calco;
- realizzazione foto;
- creazione mesh o polisuperficie;
- creazione modello 3D;
- creazione .gcode e stampa;
- installazione sul riser.
1: riempire il palloncino con la farina (se non sapete
come fare guardate questo video) e poi modellarlo creando un vero e proprio
calco del palmo della vostra mano. Ho preferito questo alla plastilina perché
quest’ultima potrebbe perdere la forma al variare delle condizioni ambientali.
2: fatto
il calco e dato per scontato che voi non abbiate uno scanner 3D, si procede
alla scansione 3D mediante la tecnica del Structure-from-Motion (SfM) che
permette di ricostruire in modo automatico un modello tridimensionale partendo
da una serie di immagini digitali bidimensionali. È necessario scattare delle
foto tutte intorno al calco. Non è necessario realizzare foto ad alta
risoluzione, l’importante è che l’oggetto sia ben illuminato senza zone
d’ombra. Per lo scopo ho usato un piatto girevole e la mia Nikon posta su un
treppiede come in foto. Va precisato che un modellatore esperto potrebbe
bypassare il metodo SfM non adatto alle persone impazienti e ricostruire
direttamente la polisuperficie considerando solo due foto.
3: Realizzate le foto è necessario
darle in pasto ad un software specifico. Ne esistono diversi, anche
completamente gratuiti. Io ho usato ReMake che nella versione free consente di caricare al massimo 50 foto. Dato che l’oggetto da scansionare è piccolo e
privo di dettagli particolari, 50 foto è un numero sufficiente. Una volta
caricate le immagini, ReMake consente di creare la mesh, scolpirla e smussarla,
ridurre il numero di triangolazioni (io le ho ridotte del 70%) e esportare il
file in formato .stl
4: Una volta ottenuta la mesh è
necessario importarla in un software di modellazione 3D. Anche in questo caso
ne esistono diversi. Autocad, Rhino o Sketchup (quest’ultimo indubbiamente più semplice e adatto ai neofiti) sono solo
alcuni dei software disponibili. Importato il file .stl si può lavorare sulla
mesh e modellarla fino a ottenere il modello 3D della grip. Di seguito riporto
due esempi.
Al punto 2 ho accennato al
processo di creazione della polisuperficie partendo da sole due foto del calco.
La modellazione della polisuperficie seguendo questo approccio non è adatto ai
principianti ma permette di ottenere risultati ugualmente soddisfacenti. In
pratica, si scattano due foto, una considerando una sezione orizzontale e
l’altra considerando quella longitudinale. Il calco viene suddiviso in 4 parti
date dalle intersezioni delle due foto. Si disegnano le linee di contorno e poi
si creano gli spicchi delle diverse superfici partendo dalle linee di
controllo.
Idem per il riser:
Ed è proprio seguendo questo secondo approccio che ho ottenuto
la mia grip personalizzata: è alta con due tagli netti, uno nella parte bassa,
l’altro nella parte alta:
5: Realizzato il modello 3D è
necessario esportarlo in formato .stl e successivamente importarlo in un
programma che genera un file in formato .gcode. Io ho usato Slic3r. Ho utilizzato i miei settaggi
e creato il file .gcode che è il tipo di file riconosciuto dalle stampanti 3D. Non
è necessario possederne una. È possibile infatti utilizzare servizi quali 3D Hubs o recarsi
presso fablab vicini al luogo in cui abitate.
Si noti come ho optato per un
riempimento a nido d’ape con percentuale di riempimento pari al 20% che potesse
garantire una buona resistenza alla compressione e un peso ridotto: il pezzo
stampato in flexpla pesa infatti meno di 40 grammi.
6: una volta stampato il pezzo lo si può installare sul
riser come una qualsiasi altra grip.
La grip personalizzata combacia perfettamente con il palmo
della mano. La linea della vita combacia perfettamente col bordo della grip:
Il bordo del riser confina col
bordo superiore della mano:
Infine
il pollice, trova lo spazio ideale nell’incavo della grip:
Il vantaggio derivante dall’utilizzo di questa tecnica è che
la grip personalizzata così realizzata, garantisce assoluta ripetibilità senza
alcun margine di errore perché ogni volta che si impugna l’arco si hanno 3
punti di riferimento. In aggiunta si può considerare anche il fattore
psicologico dovuto alla realizzazione di una modifica che può contribuire a
migliorare i propri risultati. Pensandoci bene le case costruttrici di archi potrebbero mettere a disposizione un servizio di personalizzazione dell'arco appena comprato, prevedendo la stampa e il montaggio della grip personalizzata, previo invio del file relativo al modello 3D. Non mi resta quindi che augurarvi buone frecce a
tutti ;)
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia.
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